SI’ ALL’UNITA’ DEI COMUNISTI, NO ALL’ACCORDO CON I CENTROSINISTRA
Oggi 22 ottobre 2011 un gruppo di compagne/i appartenenti alla moltitudine dei partiti comunisti e alla diaspora si è incontrato davanti alla sede di Rifondazione Comunista come stabilito da mesi anche attraverso mezzi telematici (Facebook, msn, ecc..) per confrontarsi coi dirigenti riguardo il documento uscito dal dibattito antecedente all’evento e per discutere insieme sul percorso che i comunisti devono intraprendere per superare il momento di crisi in cui ci troviamo, costruendo un’unità dei comunisti della base militante iscritti o non iscritti ai partiti comunisti. Ringraziamo la redazione di Liberazione che ci ha permesso di entrare in sede e quindi di fare una reale assemblea e discussione sul dove stiamo andando. Purtroppo, pur essendo a conoscenza del sit-in, NESSUN DIRIGENTE HA COLTO L’OCCASIONE CHE SI E’ PRESENTATA
La richiesta che è venuta fuori da tutti i compagni e le compagne presenti, A CUI HANNO ADERITO RAPPRESENTANTI DEI SINDACATI QUALI LA CGIL E I SINDACATI DI BASE, iscritti e non iscritti, è un chiara necessità di un cambiamento di rotta: basta alla subalternità al governiamo ed alle alleanze con chi risponderebbe alla crisi ampliandola ed avendo come punto di riferimento la lettera di Draghi e pertanto le tre ore di assemblea confermano il documento piattaforma dell'appello. Eliminare la destra del paese è un compito per noi prioritario ed ineludibile ed è per questo che ci battiamo da sempre nelle piazze per raggiungere questo obiettivo che però non può più essere strumentalizzato per sostenere un futuro governo di centrosinistra che flirta con Confindustria, sostiene le missioni militari all'estero ed è in linea con i poteri forti come Vaticano e BCE. Abbiamo ormai un'esperienza e un bilancio chiaro sulle esperienze fallimentari dei governi di centrosinistra che portano tutti a dover riconoscere che questa prospettiva è a sua volta nemica dei lavoratori e del popolo italiano. Un accordo che sia di alleanza ma non di governo comporta comunque che tutti i Compagni e le Compagne dovrebbero andare a fare propaganda per quel governo (che però non ci piace e lo diciamo proprio non appoggiandolo formalmente) e per quel Primo Ministro e programma cui noi andremmo a sostenere in pratica facendolo votare. E questo è già abbastanza assurdo. L’assurdità si amplifica pensando che la eventuale presenza di quattro parlamentari in un parlamento che, al di là dei giochi di ruolo e dei copioni, è compatto a favore dei padroni, non modificherà di una virgola le decisioni filo-capitalistiche e le controriforme dei partiti del cosiddetto "centrosinistra".
Pertanto crediamo sia venuto il momento definitivo per ricominciare a costruire un partito alternativo, autonomo ed in opposizione anche al PD e ai suoi accoliti. Un partito che sia avanguardia, che sia riconoscibile nelle lotte e nelle scelte politiche come strumento per la lotta di classe un partito che non tentenni tra lo stare dalla parte dei lavoratori o degli accordi scandalo sottoscritti in campo sindacale, un partito presente e unitario,che lotti senza compromessi per l’eliminazione del precariato e della legge 30. Un partito dunque che si riconosca nei principi comunisti tutti i giorni e a tutti i livelli e si assuma la responsabilità di fare opposizione e che lo faccia mettendo sempre al centro gli interessi e i programmi delle classi subalterne che deve rappresentare, che non sia morbido verso le scelte politiche o sindacali in prossimità di appuntamenti elettorali, che tralasci gli opportunismi a chi dell'opportunismo è maestro e per questo inviso da noi compagni e compagne. Un partito che sia credibile e non sia oggi contro la TAV "senza se e senza ma" e poi freni e faccia concessioni in vista di possibili accordi elettorali futuri con il PD, che non sia a parole per l'acqua pubblica e la sanità pubblica, ma contemporaneamente preghi per l’unità con sinistra e libertà che calpesta queste parole d’ordine a partire dalla Puglia, che non sia per la pace e contro le guerre imperialiste ma contemporaneamente supino alle alleanze con i guerrafondai del centrosinistra e lo supporti nel finanziare le missioni militari. Tutto questo è film già visto e ci ha portato all'ulteriore declino e frammentazione, se non al vero allontanamento, abbandono e disaffezione di validi compagni all'impegno politico. Chiediamo un atto di coraggio e di discontinuità. La dimostrazione che i comunisti sono diversi e alternativi al modello di società dominante, nella questione morale, nelle lotte, negli obiettivi da perseguire e nella prospettiva di costruire una società diversa. La dimostrazione che il vertice ascolti e incarni i sentimenti politici della base che dovrebbe rappresentare e la dimostrazione che si vuole lottare, uniti, per la classe lavoratrice, i precari, le donne, gli immigrati ed i pensionati a basso reddito, e non che si lavora per avere una poltrona con scorciatoie che non modificano nulla degli assetti presenti e che al contrario compromettono la nostra credibilità.
Oggi 22 ottobre 2011 un gruppo di compagne/i appartenenti alla moltitudine dei partiti comunisti e alla diaspora si è incontrato davanti alla sede di Rifondazione Comunista come stabilito da mesi anche attraverso mezzi telematici (Facebook, msn, ecc..) per confrontarsi coi dirigenti riguardo il documento uscito dal dibattito antecedente all’evento e per discutere insieme sul percorso che i comunisti devono intraprendere per superare il momento di crisi in cui ci troviamo, costruendo un’unità dei comunisti della base militante iscritti o non iscritti ai partiti comunisti. Ringraziamo la redazione di Liberazione che ci ha permesso di entrare in sede e quindi di fare una reale assemblea e discussione sul dove stiamo andando. Purtroppo, pur essendo a conoscenza del sit-in, NESSUN DIRIGENTE HA COLTO L’OCCASIONE CHE SI E’ PRESENTATA
La richiesta che è venuta fuori da tutti i compagni e le compagne presenti, A CUI HANNO ADERITO RAPPRESENTANTI DEI SINDACATI QUALI LA CGIL E I SINDACATI DI BASE, iscritti e non iscritti, è un chiara necessità di un cambiamento di rotta: basta alla subalternità al governiamo ed alle alleanze con chi risponderebbe alla crisi ampliandola ed avendo come punto di riferimento la lettera di Draghi e pertanto le tre ore di assemblea confermano il documento piattaforma dell'appello. Eliminare la destra del paese è un compito per noi prioritario ed ineludibile ed è per questo che ci battiamo da sempre nelle piazze per raggiungere questo obiettivo che però non può più essere strumentalizzato per sostenere un futuro governo di centrosinistra che flirta con Confindustria, sostiene le missioni militari all'estero ed è in linea con i poteri forti come Vaticano e BCE. Abbiamo ormai un'esperienza e un bilancio chiaro sulle esperienze fallimentari dei governi di centrosinistra che portano tutti a dover riconoscere che questa prospettiva è a sua volta nemica dei lavoratori e del popolo italiano. Un accordo che sia di alleanza ma non di governo comporta comunque che tutti i Compagni e le Compagne dovrebbero andare a fare propaganda per quel governo (che però non ci piace e lo diciamo proprio non appoggiandolo formalmente) e per quel Primo Ministro e programma cui noi andremmo a sostenere in pratica facendolo votare. E questo è già abbastanza assurdo. L’assurdità si amplifica pensando che la eventuale presenza di quattro parlamentari in un parlamento che, al di là dei giochi di ruolo e dei copioni, è compatto a favore dei padroni, non modificherà di una virgola le decisioni filo-capitalistiche e le controriforme dei partiti del cosiddetto "centrosinistra".
Pertanto crediamo sia venuto il momento definitivo per ricominciare a costruire un partito alternativo, autonomo ed in opposizione anche al PD e ai suoi accoliti. Un partito che sia avanguardia, che sia riconoscibile nelle lotte e nelle scelte politiche come strumento per la lotta di classe un partito che non tentenni tra lo stare dalla parte dei lavoratori o degli accordi scandalo sottoscritti in campo sindacale, un partito presente e unitario,che lotti senza compromessi per l’eliminazione del precariato e della legge 30. Un partito dunque che si riconosca nei principi comunisti tutti i giorni e a tutti i livelli e si assuma la responsabilità di fare opposizione e che lo faccia mettendo sempre al centro gli interessi e i programmi delle classi subalterne che deve rappresentare, che non sia morbido verso le scelte politiche o sindacali in prossimità di appuntamenti elettorali, che tralasci gli opportunismi a chi dell'opportunismo è maestro e per questo inviso da noi compagni e compagne. Un partito che sia credibile e non sia oggi contro la TAV "senza se e senza ma" e poi freni e faccia concessioni in vista di possibili accordi elettorali futuri con il PD, che non sia a parole per l'acqua pubblica e la sanità pubblica, ma contemporaneamente preghi per l’unità con sinistra e libertà che calpesta queste parole d’ordine a partire dalla Puglia, che non sia per la pace e contro le guerre imperialiste ma contemporaneamente supino alle alleanze con i guerrafondai del centrosinistra e lo supporti nel finanziare le missioni militari. Tutto questo è film già visto e ci ha portato all'ulteriore declino e frammentazione, se non al vero allontanamento, abbandono e disaffezione di validi compagni all'impegno politico. Chiediamo un atto di coraggio e di discontinuità. La dimostrazione che i comunisti sono diversi e alternativi al modello di società dominante, nella questione morale, nelle lotte, negli obiettivi da perseguire e nella prospettiva di costruire una società diversa. La dimostrazione che il vertice ascolti e incarni i sentimenti politici della base che dovrebbe rappresentare e la dimostrazione che si vuole lottare, uniti, per la classe lavoratrice, i precari, le donne, gli immigrati ed i pensionati a basso reddito, e non che si lavora per avere una poltrona con scorciatoie che non modificano nulla degli assetti presenti e che al contrario compromettono la nostra credibilità.
Non ci interessano le lotte interne, non ci interessano le complicità sottobanco con altri, ci interessa tornare ad essere orgogliosi di definirci tesserati di un "Partito Comunista".
Non accetteremo di nuovo di piegarci ai ricatti della "Grande alleanza democratica" (2004) o di nuove alleanze subalterne variamente dipinte in questi quindici anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nessuna utilità, nessuna crescita, al contrario,solo disillusione da parte dei compagni che si sentono ogni volta sempre più traditi.
Pertanto, la priorità su cui ricostruire questo Partito non può essere solo quella di tornare in Parlamento, soprattutto se non vincoliamo questo ritorno a un preciso programma tutto a vantaggio della classe e non a sostegno dei poteri forti. Parallelamente chiediamo l'inizio di un percorso condiviso verso una costituente aperta e partecipata, che porti alla realizzazione dell'unità dei comunisti, a un programma minimo anticapitalista e antimperialista antifascista e anticlericale e che non sia un progetto calato dall'alto stabilito a tavolino e per quote, ancora una volta lontano dai compagni e da tutte/i le/i comuniste ma frutto di un lavoro e di una discussione seria e costruttiva.
Un percorso condiviso che coinvolga tutte le diverse realtà comuniste disponibili e non solo un'unità tra i vertici di due partiti, ma l'apertura di una reale Costituente Comunista che dia vita ad una concreta opposizione di classe, contro lo squalo capitalista, contro il patto sociale, contro gli accordi truffa, supportati dal centrodestra e dal centrosinistra.
Noi chiediamo con coraggio e convinzione che ci sia una svolta realmente a “sinistra” e dal “basso”.
Firmato e sottoscritto dai presenti:
Danila Cucurnia,
Elia Silvia Passaretti,
Diana Simonetti,
Elisa Pucci,
Renata De Gregori,
Laura Scappaticci,
Marco Beccari,,
Gennaro Nenna,
Roberto Villani,
Angelo Caputo,
Costantino Borgogni,
Claudio Simbolotti,
Giancarlo Onofrio
Yuri Pizzichi,
Cinzia Di Napoli,
Renato Caputo,
Riccardo Filesi,
Andrea Fioretti,
Massimo Cesarini,
Rosalinda Renda,
Francesco Andreini,
Valentina Marchesini,
Sergio Santacecilia.
Danila Cucurnia,
Elia Silvia Passaretti,
Diana Simonetti,
Elisa Pucci,
Renata De Gregori,
Laura Scappaticci,
Marco Beccari,,
Gennaro Nenna,
Roberto Villani,
Angelo Caputo,
Costantino Borgogni,
Claudio Simbolotti,
Giancarlo Onofrio
Yuri Pizzichi,
Cinzia Di Napoli,
Renato Caputo,
Riccardo Filesi,
Andrea Fioretti,
Massimo Cesarini,
Rosalinda Renda,
Francesco Andreini,
Valentina Marchesini,
Sergio Santacecilia.
L’appello originario con tutte le adesioni http://appello22ottobre.blogspot.com/